
Ogni giorno un gradino in più, un passo più avanti, una caduta diversa.
Non più puntare alla perfezione, ma alla progressione: migliorarsi un passo alla volta.
Le volte in cui mi sono licenziata: da un contratto desiderato, da una realtà che non mi rispecchiava.
Le volte in cui mi sono laureata (Triennale in comunicazione e Specialistica in comunicazione Digitale di Impresa). Con rispettivi festeggiamenti come se fosse la fine e invece era solo l’inizio!
Le parole che racchiudono il mio motto: Obiettivo, Strategia, Azione.
Le lettere che formano la sigla del mio nome: MCS.
Le lingue che conosco (ad oggi): italiano, spagnolo e inglese.
Sono la quarta di sei figli.
Ho imparato a stare nel mezzo, dove guardi avanti per puntare in alto e indietro per tendere la mano a chi ti segue.
L’età in cui mio nonno mi ha insegnato a leggere e scrivere: la mia più grande ricchezza.
L’età in cui a scuola ho imparato il primo aggettivo che mi descrivesse: logorroica.
Gli anni fino ad oggi vissuti lontano da casa: ogni città un nuovo inizio.
(mila) le volte in cui mi sono chiesta se questa è la strada giusta.
Ma poi guardo le persone che mi circondano: amo quello che faccio e capisco che l’importante è “fare”.
Come 900 e 91.
Il secolo e l’anno in cui sono nata.
Ricordo le persone che parlavano del Millennium bug e io che non capivo se stava per atterrare un meteorite.
Ricordo la tv, non piatta, ma grossa e con Bim Bum Bam dentro.
Ricordo la prima volta che ho acceso un pc: per giocare ad Aladdin con il floppy dei miei fratelli più grandi.
Come il numero dei campioni. Di chi si impegna al massimo e quando cade si rialza. Come il numero quotidiano di sogni che ho nel cassetto e che piano piano tiro fuori. 10 (mila) le cose che vorrei fare e imparare!